I lavori nell’orto a giugno

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Giugno in molti casi vuol dire l’inizio del caldo. E ciò significa che d’ora in poi ci si deve assolutamente ricordare di bagnare l’orto. Se siamo fortunati e un acquazzone estivo ha già svolto il lavoro per noi, magari non dovremo bagnare proprio quotidianamente, ma un controllo giornaliero è cosa buona.

Per aiutarci a far fronte alle continue irrigazioni, e a diminuirle, sarebbe bene tenere le colture ben pacciamate con uno spesso strato di materia organica: paglia, fieno (meglio se senza semi di infestanti!), legno cippato… La pacciamatura trattiene l’acqua come una spugna e la cede alle radici delle piante quando serve. Inoltre, evita che il suolo si asciughi troppo in fretta e si compatti sotto l’arsura del sole.

In realtà, una buona pacciamatura organica non si limita a questi effetti, ma ha anche altri importanti vantaggi. Ho provato a descriverli nel mio libro, per chi voglia approfondire.

Oltre a pacciamare, utile può essere anche rincalzare gli ortaggi accumulando terriccio alla base del fusto per una maggiore stabilità.

Le temperature in rialzo, però, portano anche vantaggi: la crescita degli ortaggi da foglia dei nostri climi, come cicorie e lattughe, rallenta, ma finalmente esplode il vigore delle piante originarie da climi caldi come pomodori e zucche. Sarà bene, pertanto, controllare che i pomodori rimangano ben legati ai loro tutori man mano che crescono ed eliminare, volta per volta, i nuovi getti che si formano all’ascella delle foglie.

Dalla metà del mese, poi, è tempo di cominciare a pensare ai raccolti autunnali.

Direttamente a dimora, possiamo seminare barbabietole, endivie precoci, broccoli, ravanelli e cavolo nero. In coltura protetta, invece, pronti per essere trapiantati dopo qualche settimana di cura, cavoli cappucci e cavoli rapa.

A proposito di trapianti…al nord siamo ancora in tempo, in questo mese, per mettere a dimora pomodori, peperoni, melanzane, zucchini, cetrioli, zucche, cavoli estivi, sedani, porri e peperoncini, meglio se varietà precoci, però.

Infine, è tempo di raccogliere le erbe aromatiche da far essiccare. Meglio raccoglierle nelle ore centrali della giornata, quando il sole è più caldo e la concentrazione di oli essenziali nelle loro foglie (e quindi l’aroma) è al massimo. Per l’essiccazione, stendiamole su una rete, in maniera che circoli l’aria, oppure appendiamole in piccoli mazzetti in un luogo ventilato e al riparo dal sole. L’essiccazione ottimale avviene lentamente e consente alla pianta di mantenere il suo colore originario!

Ma l’orto, come al solito, produce anche ciò che non seminiamo. Le infestanti crescono senza curarsi di noi… e alcune di esse sono, in realtà, forse anche più buone degli ortaggi stessi. In questa stagione, il farinello (Chenopodium album) è ormai pronto per la raccolta e l’amaranto (Amaranthus retroflexus) comincia a crescere. Entrambi sono ottimi cucinati in padella come gli spinaci. Per dare una nota croccante alle insalate, invece, non c’è niente di meglio della porcellana (Portulaca oleracea).

Sono solo indicazioni di massima. L’estrema differenza climatica tra nord e sud Italia, i microclimi presenti nelle varie regioni e, non ultimo, il cambiamento climatico in corso impediscono di stilare un elenco di lavori definitivo e valido per tutti. La regola numero uno è sempre osservare ciò che abbiamo attorno.

 

Per saperne di più su come progettare un orto naturale, cercate il mio libro!